Disfunzione Erettile Esami da Fare e Diagnosi

esami da fare

La disfunzione erettile, chiamata anche “impotenza” o deficit di erezione, è un disturbo che colpisce oltre il 12% della popolazione maschile, con picchi fra il 35% e il 50% fra gli uomini che hanno compiuto più di 50 anni.

Anche se possono esserci approcci e terapie contro il deficit penieno diversi a seconda della causa (vascolare, ormonale oppure psicologica), l’efficacia del trattamento dipende molto spesso dalla tempestività e precisione della diagnosi.

In questo articolo ci occuperemo, quindi, di spiegare come si fa la diagnosi di impotenza e quali sono gli esami da fare in caso di problemi di erezione.

Disfunzione erettile come si fa la diagnosi

Un uomo che presenta difficoltà ripetute a mantenere oppure ad avere l’erezione, potrebbe soffrire di disfunzione erettile parziale o totale. Ecco che, quindi, quando si presentano i primi sintomi della disfunzione erettile (ad esempio: pene flaccido durante il rapporto, oppure erezione troppo breve per raggiungere l’orgasmo), è necessario rivolgersi ad uno specialista, ossia un urologo specializzato in andrologia.

Anche rivolgendosi al medico, la diagnosi di impotenza è, però, meno immediata di quello che sembra in quanto è necessario valutare molteplici aspetti:

  • Livelli ormonali (testosterone) nel sangue;
  • Funzionamento “meccanico” del pene;
  • Presenza o meno di erezioni notturne;
  • Infiammazioni e altri disturbi alle vie urinarie;
  • Stato di salute dell’apparato cardiovascolare;
  • Anamnesi clinica completa per escludere patologie vascolari o metaboliche come ipertensione, insufficienza cardiaca o diabete;
  • Analisi della condizione piscologica del paziente;
  • Uso di farmaci che possono interferire con l’erezione.

Per poter, quindi, diagnosticare l’impotenza il medico ha bisogno di valutare contemporaneamente tutti questi aspetti prescrivendo degli specifici esami.

In alcuni casi, potrebbe essere addirittura necessario coinvolgere altri medici oltre all’urologo, come ad esempio un endocrinologo e/o uno psicoterapeuta, qualora ad esempio le cause del problema fossero di tipo ormonale e/o psicogeno.

Disfunzione erettile quali sono gli esami da fare

Nel corso della prima visita, il medico sottoporrà il paziente ad una serie di domande per valutare la storia clinica e familiare, le abitudini di vita e i comportamenti sessuali al fine di escludere alcune patologie e attitudini sbagliate che possono interferire con la prestazione sessuale.

Seguirà un esame fisico ed ecografico in cui lo specialista prenderà visione dello stato del pene, dei testicoli e dell’intero apparato urinario (prostata e vescica). Lo scop di queste indagini, ovviamente, non è solo quello di confermare la presenza di impotenza, ma anche di individuarne eventuali cause.

Al termine della prima visita, il medico prescriverà anche alcuni esami per confermare e/o escludere alcune delle cause più comuni di disfunzione erettile. Ecco quelli più comuni:

  • Ecografia del pene;
  • Esami del sangue;
  • Test delle urine;
  • Tumescenza peniena notturna (TNP);
  • Test di iniezione intracavernosa.

Ecografia del pene

L’ecografia del pene, chiamato anche chiamata eco doppler penieno, ha lo scopo di verificare, attraverso il passaggio di onde sonore, il buon funzionamento idraulico del pene. L’esame può avvenire in condizioni normali, oppure sotto stimolazione con farmaci vasoattivi per verificare in profondità il livello di vascolarizzazione del pene.

L’ecodoppler penieno serve, quindi, a valutare l’intensità del flusso sanguigno e ad escludere la presenza di occlusioni, fibrosi e calcificazioni entro i vasi (vene, arterie e capillari) del pene.

Esami del sangue

Gli esami del sangue sono eseguiti per escludere patologie come diabete, ipercolesterolemia, ipotiroidismo e per rilevare i livelli di testosterone presenti nel sangue.

Test delle urine

Il test delle urine serve anch’esso per la diagnosi di alcune patologie, come infezioni alle vie urinarie, prostata ingrossata e prostatite.

Test notturno di tumescenza del pene (NPT)

Il test notturno della tumescenza del pene consiste nel posizionamento durante la notte di alcuni sensori lungo il pene. Questi ultimi, collegati ad un sensore, hanno il compito di rilevare la qualità delle erezioni mentre il paziente dorme.

Il test andrà ripetuto per 2 o 3 notti di seguito, a casa oppure in laboratorio, e i dati verranno registrati su un computer al fine di poter essere analizzati.

Test di iniezione intracavernosa

Questo test, infine, consiste nell’iniezione di un farmaco dentro il pene per provocare l’erezione. In questo modo, il medico può valutare l’intensità e la durata del pene eretto.

Autodiagnosi della disfunzione erettile

In molti casi, prima di effettuare la visita dal medico, è possibile procedere con un’autodiagnosi di disfunzione erettile. Questa, ovviamente, non è da intendersi in sostituzione alla visita dallo specialista ma può servire comunque a mettere a fuoco alcuni aspetti del problema.  L’autodiagnosi, quindi, non ha valore diagnostico come avviene per gli esami che abbiamo appena visto, ma è comunque utile a comprendere quali possano essere le possibili cause e a fornire, pertanto, indicazioni riguardo la terapia da adottare.

Ecco alcuni aspetti su cui è necessario porre l’attenzione per effettuare l’autodiagnosi:

  • Durante il rapporto sessuale (o con la masturbazione), si riesce a raggiungere un’erezione sufficiente a garantire la penetrazione?
  • L’erezione rimane in essere per tutta la durata del rapporto sessuale?
  • Si riesce a raggiungere l’orgasmo con eiaculazione (emissione dello sperma)?
  • La stimolazione sessuale è in grado di produrre un’eccitazione tale da avere un’erezione?

Questo tipo di domande sono, in effetti, le stesse che saranno poste dallo specialista durante la prima visita, pertanto l’autodiagnosi può essere utile anche ad arrivare maggiormente preparati a questo appuntamento.

Fanno parte dell’autodiagnosi anche:

  • Osservazioni legate al proprio stile di vita, ad esempio se si dorme in modo adeguato (almeno 8 ore a notte), si ha un’alimentazione sana e/o si hanno abitudini sbagliate come fumare o bere troppi alcoolici;
  • Valutazioni circa il proprio stato di salute e benessere fisico generale, ad esempio se si soffre di pressione alta, iperglicemia e colesterolo alto e se si stanno assumendo farmaci che in qualche modo possono influire con l’erezione;
  • Analisi del proprio stato di salute mentale, per escludere un calo della libido dovuto a fattori psicologici.

A proposito di questo ultimo punto, è importante infine fare anche alcune valutazioni riguardanti l’approccio nei confronti dell’altro sesso durante una relazione intima:

  • Prima di un incontro intimo, si soffre di ansia da prestazione?
  • Ci capita di evitare incontri e relazioni per paura di avere l’erezione durante il rapporto?
  • La prestazione sessuale è vissuta con tranquillità e serenità, oppure ci si sente preoccupati o frustrati ogni volta che si ha un appuntamento?
  • Si prova una normale eccitazione durante la stimolazione sessuale oppure capita di rimanere indifferenti o sentirsi addirittura a disagio con il partner?
  • Se si ha un partner stabile, il rapporto è sereno o ci sono attriti, incomprensioni e conflitti nella relazione?

Le risposte a questi quesiti possono aiutare anche il medico a comprendere se si tratta di impotenza di tipo fisiologico oppure psicologico o entrambe.

Cosa accade dopo l’accertamento diagnostico

Dopo aver concluso l’accertamento diagnostico di impotenza ed essere arrivati ad una diagnosi anche circa le cause, il medico potrà indicare anche il tipo di trattamento più adeguato tra:

  • Terapia farmacologica con farmaci appartenenti alla famiglia degli inibitori della 5-fosfo-diesterasi, quali Viagra e Cialis, che servono a migliorare la vasodilazione entro i vasi;
  • Cambiamenti nello stile di vita;
  • Terapia psicologica;
  • Trattamenti alternativi alle pillole per l’impotenza come terapia con cellule staminali, iniezioni di plasma ricco di piastrine, ozononoterapia  e terapia ad onde d’urto peniene;
  • Terapia chirurgica;
  • Uso di integratori alimentari per la potenza e altri rimedi della nonna naturali.

La scelta del tipo di trattamento dipenderà ovviamente dalle cause (fisiche, psichiche o una combinazione di entrambe), dalla gravità del problema e dalle condizioni cliniche.

L’uso delle pillole per l’impotenza come Viagra e Cialis ad esempio è sconsigliato a chi soffre di ipertensione e altri disturbi circolatori, per cui potrebbe essere necessario prescrivere altri rimedi come ad esempio quelli naturali come le compresse per erezione Tauro Plus che non hanno controindicazioni ed effetti collaterali.

Conclusione

La disfunzione erettile per poter essere curata richiede prima un’attenta diagnosi. La prima cosa da fare, quando si presentano i sintomi, è rivolgersi ad un medico specialista il quale ti sottoporrà ad una visita completa e ti prescriverà alcuni esami diagnostici quali:

•         Ecografia del pene;

•         Esami del sangue;

•         Test delle urine;

•         Tumescenza peniena notturna (TNP);

•         Test di iniezione intracavernosa.

Al termine di questi esami, il medico potrà confermare la diagnosi di impotenza e prescrivere il miglior trattamento possibile in base alle cause che saranno state evidenziate tramite l’iter diagnostico.