
→ Ultimo aggiornamento: 19 Aprile 2025
NOTA: questo articolo è stato scritto da un esperto e si basa su ricerche scientifiche che trovi in fondo all’articolo.
Tenere sotto controllo la pressione arteriosa alta non è solo una questione di benessere, ma di vera e propria prevenzione cardiovascolare. Pressione elevata e non trattata significa aumentare significativamente il rischio di infarto, ictus, insufficienza renale e danni irreversibili ad organi vitali come cuore, cervello e occhi.
Per fortuna, la medicina moderna mette a disposizione diverse classi di farmaci in grado di agire con precisione sui meccanismi che causano l’ipertensione. Ogni classe ha un’azione mirata, e il medico può scegliere la combinazione più adatta in base all’età del paziente, alla presenza di patologie concomitanti (come diabete o problemi renali), e alla risposta individuale al trattamento.
Panoramica sui Farmaci Antipertensivi

La terapia antipertensiva si basa sull’uso di diversi farmaci che aiutano a ridurre la pressione arteriosa e a prevenire le complicanze cardiovascolari. Ogni classe di farmaci agisce in modo specifico e viene scelta considerando le caratteristiche del paziente e la tollerabilità.
Tipi di Farmaci Ipertensivi
I farmaci antipertensivi più usati appartengono a cinque classi principali:
- Diuretici tiazidici
- Calcio-antagonisti
- Beta-bloccanti
- ACE-inibitori
- Sartani (antagonisti dei recettori dell’angiotensina II)
A volte vengono prescritti anche altri medicinali, come i vasodilatatori ad azione diretta o gli alfa-bloccanti, in casi particolari. Di solito, il trattamento inizia con una delle cinque classi principali, ma spesso si usano due o più farmaci insieme per ottenere un controllo migliore della pressione.
Queste classi differiscono per meccanismo d’azione, effetti collaterali e indicazioni. La scelta dipende non solo dall’efficacia, ma anche dalla capacità del paziente di seguire la terapia (compliance) e dalla tollerabilità del trattamento.
Come funzionano i farmaci ipertensivi?
Ogni classe di farmaci agisce attraverso un meccanismo specifico:
- Diuretici tiazidici: aiutano i reni a eliminare sodio e acqua, abbassando il volume del sangue e quindi la pressione.
- Calcio-antagonisti: rilassano i vasi sanguigni impedendo il passaggio del calcio nelle cellule muscolari delle arterie.
- Beta-bloccanti: rallentano il battito cardiaco e riducono la forza di contrazione del cuore.
- ACE-inibitori e Sartani: ostacolano il sistema renina-angiotensina, importante nella regolazione della pressione, producendo rilassamento vascolare.
Le differenze nel loro funzionamento possono influire sulla scelta della terapia, specie se il paziente ha altre malattie come diabete, insufficienza cardiaca o problemi renali.
1. Diuretici
I diuretici sono farmaci usati spesso per il trattamento dell’ipertensione arteriosa. Agiscono favorendo l’eliminazione di sodio e acqua attraverso i reni, riducendo così il volume del sangue e abbassando la pressione.
Diuretici Tiazidici
I diuretici tiazidici, come l’idroclorotiazide, sono tra i farmaci più prescritti per il controllo della pressione arteriosa. Questi farmaci risultano particolarmente efficaci nei pazienti con ipertensione lieve o moderata e con una funzione cardiaca normale.
Essi agiscono a livello dei tubuli renali, bloccando il riassorbimento del sodio. Questo porta a una maggiore escrezione di sodio e acqua con le urine e a una riduzione del volume circolante.\
Di solito, i tiazidici sono meglio tollerati rispetto ad altri tipi di diuretici se la funzione renale è nella norma.
Il consumo di sale deve essere controllato durante il trattamento con diuretici tiazidici, perché un eccesso di sale può ridurre l’efficacia del farmaco. Questi farmaci vengono spesso usati come terapia iniziale o in combinazione con altri antipertensivi.
Altri Diuretici Utilizzati
Oltre ai tiazidici, ci sono altri tipi di diuretici usati contro l’ipertensione, come i diuretici dell’ansa e i diuretici risparmiatori di potassio. I diuretici dell’ansa sono riservati a pazienti con funzione renale ridotta, in particolare quando il valore di filtrazione glomerulare scende sotto i 30 mL/minuto.
Questi farmaci, tra cui la furosemide, hanno un effetto più potente rispetto ai tiazidici, ma possono causare un’eliminazione eccessiva di potassio e altri elettroliti.\
I diuretici risparmiatori di potassio, come la spironolattone, limitano invece la perdita di potassio e sono impiegati quando c’è il rischio di ipokaliemia.
La scelta del tipo di diuretico dipende sempre dalle condizioni cliniche del paziente e dalla presenza di eventuali altre patologie.
2. Beta-Bloccanti
I beta-bloccanti sono una classe di farmaci che agiscono principalmente sul cuore e sui vasi sanguigni. Questi medicinali abbassano la pressione arteriosa riducendo la frequenza e la forza dei battiti cardiaci.
Indicazioni Principali
I beta-bloccanti non sono più considerati la scelta principale per iniziare il trattamento dell’ipertensione arteriosa, ma sono spesso raccomandati in alcuni casi specifici. Vengono prescritti in particolare a chi ha già avuto problemi al cuore come infarto del miocardio o soffre di insufficienza cardiaca.
Sono utili anche nei pazienti con aritmie (disturbi del ritmo cardiaco) e in chi soffre di angina (dolore al petto causato da ridotta circolazione del sangue nel cuore). Nei soggetti giovani, possono essere valutati anche per il controllo dei sintomi legati all’ansia. Tuttavia, non dovrebbero mai essere combinati con altri farmaci della stessa classe.
L’effetto principale dei beta-bloccanti riguarda la diminuzione della frequenza cardiaca, il che riduce la richiesta di ossigeno del miocardio e abbassa la pressione.
Esempi di Beta-Bloccanti
I principali beta-bloccanti usati per l’ipertensione sono atenololo, metoprololo e bisoprololo. Questi farmaci agiscono sui recettori beta-1 del cuore, rendendoli più selettivi e con meno effetti collaterali rispetto ai beta-bloccanti più vecchi.
Di seguito una tabella con i più utilizzati:
Il medico sceglie il beta-bloccante più adatto in base alla patologia, all’età e alle condizioni generali del paziente. È importante seguire attentamente le indicazioni per evitare effetti indesiderati come stanchezza, bradicardia, o problemi respiratori nei soggetti predisposti.
3. ACE-Inibitori
Gli ACE-inibitori sono farmaci ampiamente utilizzati per trattare l’ipertensione arteriosa. Essi agiscono bloccando un enzima chiave che regola la pressione, riducendo così i rischi di danni agli organi vitali.
Captopril e Altri ACE-Inibitori
Captopril è stato il primo ACE-inibitore scoperto e rimane uno dei più conosciuti. Altri principi attivi comuni includono enalapril, lisinopril, perindopril e ramipril. Questi farmaci vengono utilizzati singolarmente o in associazione con altri farmaci antipertensivi, in base alle esigenze del paziente.
Gli ACE-inibitori bloccano l’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), che trasforma l’angiotensina I in angiotensina II. L’angiotensina II provoca vasocostrizione, cioè restringe i vasi sanguigni e aumenta la pressione. Inibendo questo enzima, i farmaci favoriscono la vasodilatazione, cioè l’allargamento dei vasi, abbassando così la pressione arteriosa.
Sono spesso indicati per pazienti con pressione alta e altre condizioni come insufficienza cardiaca o diabete, grazie al loro effetto protettivo su cuore e reni. Il trattamento con ACE-inibitori può richiedere controlli regolari per monitorare eventuali effetti collaterali, come tosse secca o variazioni nei livelli di potassio.
Effetti Sugli Organi
Gli ACE-inibitori aiutano a proteggere organi fondamentali come cuore, reni e cervello. Riducendo la pressione nelle arterie, diminuisce il carico di lavoro per il cuore e si riducono i rischi di insufficienza cardiaca e infarto.
Nei pazienti con malattie renali, specialmente quelli con diabete, questi farmaci limitano i danni ai reni rallentando la progressione della malattia renale cronica. Aiutano anche a prevenire complicanze come ictus grazie alla vasodilatazione, che migliora il flusso di sangue verso il cervello.
I monitoraggi sono essenziali per valutare la funzione renale, evitare iperkaliemia (eccesso di potassio nel sangue) e garantire che gli organi ricevano il massimo beneficio dal trattamento.
4. Sartani (Antagonisti dell’Angiotensina II)
I sartani sono farmaci raccomandati per il trattamento dell’ipertensione arteriosa, in particolare nei pazienti che non tollerano gli ACE-inibitori. Agiscono direttamente bloccando gli effetti dell’angiotensina II, una sostanza che causa il restringimento dei vasi sanguigni.
Vantaggi dei Sartani
I sartani offrono una buona efficacia nel controllo pressorio, aiutando a ridurre la pressione sanguigna in modo costante. Sono spesso utilizzati quando vi sono effetti collaterali con altri farmaci antipertensivi, come la tosse secca legata agli ACE-inibitori.
Un altro vantaggio importante è il basso rischio di effetti indesiderati gravi, come l’angioedema. I sartani possono anche proteggere il cuore e i reni, specialmente nei pazienti con diabete o insufficienza renale. Possono essere associati ad altri farmaci, come i diuretici, per potenziare l’effetto antipertensivo.
Gli effetti collaterali più comuni includono mal di testa, capogiri o affaticamento, ma spesso sono lievi e temporanei.
Esempi di Farmaci
Di seguito sono riportati alcuni tra i sartani più prescritti in Italia, con i loro principi attivi:
Nome Commerciale | Principio Attivo |
---|---|
Cozaar | Losartan |
Diovan | Valsartan |
Atacand | Candesartan |
Aprovel | Irbesartan |
Micardis | Telmisartan |
Teveten | Eprosartan |
Olmetec | Olmesartan |
Questi farmaci sono disponibili sia da soli sia in combinazione con altri antipertensivi. La scelta dipende dalle necessità cliniche e dalle condizioni del singolo paziente.
5. Calcio-Antagonisti
I calcio-antagonisti sono farmaci usati spesso per trattare l’ipertensione arteriosa. Agiscono rilassando la muscolatura liscia dei vasi sanguigni e riducendo la forza e la frequenza del battito cardiaco in alcuni casi.
Tipologie di Calcio-Antagonisti
I calcio-antagonisti si dividono in due principali gruppi: diidropiridine e non-diidropiridine. Le diidropiridine, come l’amlodipina e la nifedipina, agiscono soprattutto sulla muscolatura liscia delle arterie, portando a una vasodilatazione e quindi a una riduzione della pressione.
Le non-diidropiridine comprendono farmaci come verapamil e diltiazem. Questi influiscono sia sui vasi che sulla conduzione elettrica del cuore, rallentando la frequenza cardiaca e la conduzione atrioventricolare. Questo effetto li rende adatti per persone che hanno ipertensione e alcune aritmie.
Le diidropiridine vengono preferite quando è necessaria soprattutto una riduzione della pressione arteriosa. Le non-diidropiridine, invece, si usano con cautela in alcune condizioni cardiache.
Principali Molecole: Amlodipina, Nifedipina, Verapamil, Diltiazem
- Amlodipina e nifedipina sono diidropiridine. Si distinguono per la loro capacità di dilatare i vasi sanguigni e abbassare la pressione senza influire direttamente sul cuore. Sono comunemente prescritte e ben tollerate.
- Verapamil e diltiazem fanno parte dei calcio-antagonisti non-diidropiridinici. Oltre all’azione sui vasi, riducono la frequenza e la forza delle contrazioni cardiache. Per questo, sono usati anche per trattare certi tipi di aritmie, oltre che l’ipertensione.
La scelta della molecola più adatta dipende dalle condizioni specifiche di ogni paziente, dalla presenza di altri problemi cardiaci e dalla risposta ai farmaci.
6. Vasodilatatori
I vasodilatatori sono farmaci che aiutano ad abbassare la pressione arteriosa rilassando e allargando i vasi sanguigni. Sono spesso utilizzati quando altri tipi di farmaci non riescono a controllare l’ipertensione o in situazioni di emergenza.
Meccanismo di Azione dei Vasodilatatori
I vasodilatatori agiscono direttamente sulla muscolatura delle pareti dei vasi sanguigni, provocandone il rilassamento. Questo processo, chiamato vasodilatazione, porta ad un allargamento dei vasi, facilitando il passaggio del sangue e riducendo la pressione interna.
Alcuni vasodilatatori sono somministrati per via endovenosa, specialmente in ospedale, quando è necessario un effetto rapido. Gli effetti collaterali più comuni includono mal di testa, vampate di calore e, in alcuni casi, aumento del battito cardiaco.
Questi farmaci vengono scelti con attenzione, soprattutto nei pazienti con particolari condizioni cardiache. Esempi di vasodilatatori utilizzati includono idralazina e minoxidil.
7. Altri Farmaci Antipertensivi
Oltre ai farmaci più comuni, esistono altre categorie di antiipertensivi. Questi medicinali vengono usati nei pazienti che non rispondono ai trattamenti standard o che hanno esigenze specifiche.
Simpaticolitici
I simpaticolitici sono farmaci che agiscono sul sistema nervoso simpatico per ridurre la pressione arteriosa. Questi medicinali bloccano o diminuiscono i segnali nervosi che aumentano la pressione sanguigna.
Tra i più noti vi sono la clonidina, la metildopa e la guanfacina. La metildopa è spesso prescritta in gravidanza per la buona tollerabilità. I simpaticolitici possono causare effetti collaterali come secchezza della bocca, sedazione e, in rari casi, riduzione eccessiva della pressione.
L’uso dei simpaticolitici, oggi, è meno frequente rispetto ad altri farmaci perché presentano più effetti indesiderati.
Farmaci di Seconda Scelta
I farmaci di seconda scelta includono categorie meno utilizzate per il trattamento iniziale dell’ipertensione. Si ricorre a questi farmaci in caso di intolleranza o inefficacia delle terapie di prima linea.
Questi medicinali comprendono ad esempio i vasodilatatori diretti come la minoxidil e la idralazina. Sono particolarmente indicati in situazioni resistenti o in alcune condizioni speciali, ma richiedono spesso un controllo medico stretto.
Altri antiipertensivi di seconda scelta sono gli antagonisti alfa-adrenergici come la doxazosina e la prazosina. Questi farmaci possono essere utili anche nei pazienti con malattie della prostata, ma richiedono cautela per il rischio di ipotensione ortostatica.
Efficacia e Tollerabilità dei Farmaci
La scelta dei farmaci contro l’ipertensione arteriosa si basa su un equilibrio tra efficacia terapeutica e tollerabilità. Ogni paziente può rispondere in modo diverso al trattamento, e gli effetti collaterali possono influenzare la regolarità con cui si assumono i medicinali.
Risposta Individuale alla Terapia
L’efficacia di un farmaco antipertensivo varia da persona a persona. Alcuni pazienti ottengono un buon controllo della pressione con una sola molecola, mentre altri necessitano di una terapia di combinazione.
Nei casi più complessi, si usano spesso due o più farmaci di classi diverse, come diuretici tiazidici, calcio-antagonisti, ACE-inibitori o sartani. Circa il 70% delle persone ipertese richiede più farmaci per raggiungere valori pressori ottimali.
Il medico valuta la risposta misurando regolarmente la pressione e monitorando eventuali sintomi. Se la risposta non è sufficiente, la terapia viene adattata in base ai bisogni individuali, ricercando sempre il massimo beneficio terapeutico con il minor rischio di effetti indesiderati.
Gestione degli Effetti Collaterali
Gli effetti collaterali, come gonfiore alle gambe, tosse secca o stanchezza, possono ridurre la voglia del paziente di continuare la cura (compliance). Alcuni principi attivi sono meglio tollerati di altri: per esempio, l’associazione tra enalapril e lercanidipina ha dimostrato una minore incidenza di edema rispetto ad amlodipina da sola.
Per migliorare la tollerabilità, il medico può cambiare il farmaco oppure regolare il dosaggio. Informare il paziente sui possibili effetti aiuta ad affrontarli con serenità e favorisce la regolare assunzione della terapia, aumentando così l’efficacia nel lungo periodo.
Ecco alcuni aspetti importanti da monitorare:
- Tollerabilità: scegliere farmaci con pochi effetti collaterali;
- Compliance: facilitare la regolarità nell’assunzione;
- Influenza: ricordare che età, altre malattie e altri farmaci possono cambiare la risposta individuale.
Domande Frequenti
Molte persone si chiedono quali siano i farmaci più efficaci, quelli più prescritti e i possibili effetti collaterali legati alla terapia per l’ipertensione arteriosa. Altri vogliono sapere se esistono farmaci nuovi, elenchi aggiornati o soluzioni più sicure in caso di crisi acute.
Qual è il miglior farmaco da utilizzare nel trattamento dell’ipertensione arteriosa?
Non esiste un farmaco unico che sia il migliore per tutti. La scelta del trattamento dipende dall’età del paziente, presenza di altre malattie e risposta individuale ai farmaci.
I medici scelgono spesso tra diverse classi come ACE-inibitori, beta-bloccanti, diuretici, calcio-antagonisti e sartani.
Esiste un elenco aggiornato dei farmaci raccomandati per trattare la pressione alta?
Sì, gli elenchi vengono aggiornati da fonti come le linee guida delle società scientifiche. Alcuni farmaci comunemente raccomandati includono amlodipina, ramipril, doxazosina, nitroglicerina e bisoprololo.
Questi elenchi vengono rivisti periodicamente in base a nuove evidenze scientifiche.
Sono stati introdotti di recente nuovi farmaci per la gestione dell’ipertensione?
Negli ultimi anni sono stati introdotti soprattutto farmaci appartenenti a classi già esistenti, ma con caratteristiche migliorate. I nuovi farmaci cercano di offrire maggiore efficacia o minori effetti collaterali, ma la base del trattamento rimane stabile.
È importante seguire le indicazioni del medico e informarsi su eventuali novità.
Quali sono i farmaci antipertensivi attualmente più prescritti e per quali motivi?
I farmaci più prescritti sono diuretici, ACE-inibitori, sartani, beta-bloccanti e calcio-antagonisti. Ogni classe ha caratteristiche specifiche: ad esempio, i diuretici aiutano a ridurre il volume del sangue, mentre i calcio-antagonisti rilassano i vasi sanguigni.
La scelta dipende da fattori come età, stato di salute generale e altre condizioni presenti.
Ci sono trattamenti per l’ipertensione che non causano effetti collaterali significativi?
Quasi tutti i farmaci possono causare effetti collaterali, ma molti pazienti li tollerano bene. Alcuni farmaci moderni hanno un profilo di sicurezza migliore rispetto al passato.
Il medico può cercare con il paziente il farmaco più adatto per minimizzare i rischi.
In caso di crisi ipertensive, quale farmaco può essere utilizzato per ridurre rapidamente la pressione arteriosa?
In situazioni di emergenza vengono usati farmaci ad azione rapida come la nitroglicerina o altri vasodilatatori specifici. Questi medicinali vengono somministrati sotto stretto controllo medico, spesso in ospedale.
È importante non tentare mai di autogestire una crisi ipertensiva senza l’aiuto di personale sanitario.

Francesca Romani è una collaboratrice di PoliclinicoNews.it. Esperta in temi legati all’alimentazione, dimagrimento, integratori, detox e bellezza. Scrive da anni per diverse testate giornalistiche online.