Tabella Valori della Pressione Arteriosa OTTIMALE

SPECIALE SALUTE

→ Ultimo aggiornamento: 15 Aprile 2025

Fact checked NOTA: questo articolo è stato scritto da un esperto e si basa su ricerche scientifiche che trovi in fondo all’articolo.

pressione arteriosa

La pressione arteriosa è uno dei principali indicatori della salute cardiovascolare. A ogni battito, il cuore spinge il sangue all’interno delle arterie, generando una forza contro le pareti vascolari. Questa forza si esprime attraverso due valori distinti: la pressione sistolica, comunemente chiamata “massima”, e la pressione diastolica, nota come “minima”. In condizioni ottimali, i valori si mantengono al di sotto di 120/80 mmHg. Quando però superano stabilmente i 140/90 mmHg, potrebbero segnalare un rischio che merita attenzione.

Comprendere cosa indicano i valori pressori è fondamentale per tenere sotto controllo il proprio stato di salute. L’ipertensione, così come l’ipotensione, può influenzare negativamente l’organismo in molti modi, spesso senza sintomi evidenti. Sapere quando è il momento giusto per consultare un medico è parte integrante della prevenzione. Avere dimestichezza con il monitoraggio della pressione, e saper riconoscere livelli anomali, aiuta a intervenire prima che si sviluppino complicanze serie.

La misurazione della pressione non è solo una questione di numeri, ma di abitudine consapevole. Soprattutto per chi ha familiarità con problemi cardiovascolari o presenta fattori di rischio, controllarla regolarmente può fare la differenza. Ti stai chiedendo come ottenere una lettura affidabile? O cosa fare se i valori risultano fuori norma? In questo articolo scoprirai perché anche un semplice controllo può diventare un gesto decisivo per il tuo benessere a lungo termine.

Tabella dei valori della pressione arteriosa ottimale

CategoriaPressione Sistolica (mmHg)Pressione Diastolica (mmHg)Descrizione
Normale< 120< 80Valori normali
Normale-alta120-129< 80Leggero aumento della pressione
Ipertensione di Stadio 1130-13980-89Inizio dell’ipertensione
Ipertensione di Stadio 2≥ 140≥ 90Ipertensione più grave
Crisi ipertensiva> 180> 120Emergenza medica
Ipotensione< 90< 60Pressione sanguigna troppo bassa

La pressione normale è quella ideale: inferiore a 120 per la sistolica e a 80 per la diastolica. In questa fascia il rischio cardiovascolare è minimo e non è richiesta alcuna azione medica, se non il mantenimento di uno stile di vita sano con alimentazione equilibrata, attività fisica regolare e monitoraggio occasionale dei valori.

La pressione normale-alta, con una sistolica compresa tra 120 e 129 ma una diastolica ancora sotto gli 80, rappresenta un primo segnale di attenzione. Non è ancora ipertensione, ma è un campanello d’allarme che invita a ridurre progressivamente l’assunzione di sale, controllare il peso e monitorare con maggiore frequenza i valori. È utile qui intervenire sullo stile di vita per prevenire l’evoluzione verso l’ipertensione.

Con la ipertensione di Stadio 1, quando i valori si muovono tra 130–139 di sistolica e 80–89 di diastolica, si entra nella vera e propria area dell’ipertensione. Il rischio cardiovascolare diventa concreto, soprattutto in presenza di altri fattori come diabete, colesterolo alto o fumo. È necessario rivolgersi al medico per valutare eventuali esami di approfondimento ed è possibile che venga consigliata una terapia farmacologica, oltre a cambiamenti mirati nello stile di vita.

La ipertensione di Stadio 2 si ha con valori uguali o superiori a 140 per la sistolica e/o 90 per la diastolica. A questo punto l’ipertensione è conclamata e il rischio per cuore, cervello e reni si alza in modo significativo. Serve una presa in carico immediata, con trattamento farmacologico specifico, esami approfonditi per valutare lo stato degli organi bersaglio e un controllo molto stretto dei parametri pressori.

In caso di crisi ipertensiva, con valori oltre 180 per la sistolica e 120 per la diastolica, siamo di fronte a una vera emergenza medica. Il pericolo di infarto, ictus o danno renale acuto è alto e serve contattare immediatamente il 118 o recarsi al pronto soccorso. Dopo l’emergenza, il paziente dovrà seguire un percorso di monitoraggio e terapia continua sotto controllo medico.

Infine, la ipotensione si verifica quando la pressione scende sotto i 90/60. Anche se in molti casi può essere fisiologica, specialmente nei soggetti giovani o molto magri, se associata a sintomi come stanchezza, capogiri o svenimenti, deve essere indagata. È importante valutare l’idratazione, escludere carenze nutrizionali, effetti collaterali di farmaci o eventuali disturbi endocrini. In caso di sintomi persistenti è sempre consigliato consultare il medico.

Valori normali di pressione arteriosa in base all’età

Età (anni)Pressione sistolica (mmHg) uomoPressione diastolica (mmHg) uomoPressione sistolica (mmHg) donnaPressione diastolica (mmHg) donna
Fino a 20< 120< 80< 120< 80
21-30120-12578-83115-12070-75
31-40126-12980-85120-12775-80
41-50130-13582-87127-13480-85
51-60136-14284-89135-14285-90
61-70143-15085-90145-15585-95

Valori normali della pressione arteriosa sugli anziani sopra i 65 anni

  • Nei pazienti sotto i 65 anni, si raccomanda mantenere la pressione sistolica sotto i 130 mmHg, con un target diastolico inferiore a 80 mmHg.
  • Tra 65 e 80 anni, il target sistolico può essere più alto, tra 130 e 139 mmHg, sempre con attenzione alla tollerabilità.
  • Oltre gli 80 anni, si consiglia un target sistolico tra 130 e 139 mmHg se ben tollerato, per evitare effetti collaterali da ipotensione

Valori normali della pressione arteriosa nei bambini e adolescenti

Nei bambini la pressione arteriosa è classificata in base ai percentili per età, sesso e altezza, con valori normali sotto il 90° percentile. L’ipertensione si definisce con valori superiori al 95° percentile o con soglie fisse a partire dai 13 anni (es. ≥130/80 mmHg).

Questa classificazione in base all’età è fondamentale per una corretta interpretazione dei valori pressori, per evitare diagnosi errate e per impostare terapie personalizzate in base al rischio cardiovascolare e alla tolleranza individuale.

Cos’è la Pressione Arteriosa?

valori pressione sanguigna

La pressione sanguigna è la forza esercitata dal sangue mentre scorre attraverso i vasi sanguigni ed è misurata in millimetri di mercurio (mmHg). Viene determinata durante la circolazione del sangue nel corpo ed è un indicatore chiave della salute del cuore e dei vasi sanguigni.

I valori pressori sono generalmente registrati come una coppia di numeri, ad esempio 120/80 mmHg. Il primo numero indica la pressione sistolica, mentre il secondo rappresenta la pressione diastolica. Un corretto monitoraggio di questi valori aiuta nella diagnosi precoce di possibili condizioni di ipertensione.

Componenti della Pressione: Sistolica e Diastolica

La pressione sistolica rappresenta la pressione nei vasi quando il cuore si contrae per pompare il sangue. Durante questa fase, il cuore genera la massima pressione nelle arterie. Valori superiori a 140 mmHg possono indicare ipertensione.

La pressione diastolica misura la pressione nei vasi quando il cuore è a riposo tra i battiti. Questo è il momento in cui il cuore si riempie di sangue. Tipicamente, valori inferiori a 80 mmHg per la diastolica sono considerati normali. Uno squilibrio tra questi valori può indicare complicazioni cardiovascolari.

Fattori che influenzano la pressione arteriosa

La pressione arteriosa non è un valore fisso, immutabile nel tempo. È piuttosto una variabile dinamica, soggetta a numerosi fattori che possono determinarne oscillazioni anche marcate nell’arco della giornata. Capire cosa influenza la pressione è fondamentale non solo per interpretare correttamente le misurazioni, ma anche per impostare strategie di prevenzione e trattamento realmente efficaci.

Variazioni fisiologiche quotidiane

La pressione arteriosa segue un ritmo circadiano. Tende a essere più bassa durante il sonno, si alza al risveglio (fenomeno del “morning surge”) e subisce fluttuazioni legate alle attività quotidiane. Stress emotivo, sforzi fisici intensi, esposizione al freddo o al caldo, pasti abbondanti e persino la postura possono alterare temporaneamente i valori. Per questo, si raccomanda di effettuare le misurazioni in condizioni di riposo e sempre nelle stesse circostanze, idealmente al mattino o alla sera, dopo almeno 5 minuti in posizione seduta.

Fattori di rischio modificabili

Tra i principali determinanti della pressione arteriosa ci sono abitudini e stili di vita che, fortunatamente, possono essere corretti. Il sovrappeso e l’obesità sono tra i primi imputati: ogni chilo in eccesso contribuisce a un incremento pressorio. La sedentarietà accentua il rischio, così come una dieta ricca di sodio, povera di potassio e carente di frutta e verdura. Il consumo eccessivo di sale – spesso nascosto nei cibi industriali – è direttamente correlato alla pressione elevata. Altri fattori critici sono il fumo di sigaretta, che ha un effetto vasocostrittore immediato, e l’alcol, che a dosi elevate altera i meccanismi di regolazione pressoria.

Fattori non modificabili

Esistono infine variabili su cui non possiamo intervenire, ma che vanno comunque considerate. L’età è uno di questi: con il passare degli anni, le arterie perdono elasticità e la pressione tende a salire, in particolare la sistolica. Anche la genetica gioca un ruolo: avere familiari ipertesi aumenta la probabilità di sviluppare la stessa condizione. Infine, alcune condizioni cliniche associate – come diabete, malattie renali croniche o disfunzioni ormonali – possono influenzare direttamente i valori pressori o renderli più difficili da controllare.

Comprendere l’interazione tra questi fattori è cruciale per una gestione personalizzata e consapevole. Ogni paziente ha una storia pressoria unica, e solo attraverso un’analisi integrata è possibile costruire un piano terapeutico efficace e sostenibile nel tempo.

Nuove Linee Guida ESC 2024

Un cambio di paradigma nella gestione della pressione arteriosa

Le nuove linee guida 2024 dell’ESC (Società Europea di Cardiologia) introducono una svolta importante nella classificazione e nel trattamento dell’ipertensione arteriosa. Per la prima volta, viene ufficialmente riconosciuta una nuova categoria diagnostica: la “pressione arteriosa elevata”, definita da valori compresi tra 120-139 mmHg di sistolica e 70-89 mmHg di diastolica. Non si tratta ancora di ipertensione, ma di un’area grigia che merita attenzione clinica per il suo potenziale evolutivo e per il rischio cardiovascolare associato.

Questo nuovo inquadramento riflette un approccio più preventivo e proattivo, volto a individuare precocemente chi si trova su una traiettoria rischiosa. In passato, questi valori venivano spesso trascurati o considerati borderline, ma le evidenze accumulatesi negli ultimi anni suggeriscono che anche pressioni “quasi alte” sono associate a un incremento significativo di eventi cardiovascolari nel tempo.

Un altro punto chiave delle nuove linee guida riguarda gli obiettivi terapeutici, ora più ambiziosi. Si raccomanda di puntare a una pressione sistolica compresa tra 120 e 129 mmHg, laddove tollerato, anche nei pazienti già trattati. Questo rappresenta un cambio culturale rispetto alla soglia classica di 140 mmHg, soprattutto nei soggetti ad alto rischio o con patologie associate come il diabete, le malattie renali o l’aterosclerosi subclinica.

Fondamentale, però, è l’approccio personalizzato. Non si tratta di applicare target rigidi per tutti, ma di valutare la fragilità del paziente, la sua tolleranza al trattamento e la qualità di vita. Nei soggetti anziani, ad esempio, un abbassamento troppo drastico della pressione può causare vertigini, cadute e ipoperfusione cerebrale. Per questo, le nuove linee guida pongono grande enfasi sull’equilibrio tra beneficio clinico e sicurezza.

Le implicazioni per la pratica clinica sono rilevanti: medici di medicina generale, cardiologi e operatori sanitari dovranno aggiornare i protocolli, riconsiderare i piani terapeutici e intensificare la prevenzione primaria. Educazione del paziente, monitoraggio regolare e modifiche dello stile di vita diventano strumenti essenziali per intercettare e correggere precocemente una traiettoria pressoria alterata.

In un contesto in cui le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte in Europa, questa revisione delle soglie e degli obiettivi si configura come un intervento strategico, tanto clinico quanto culturale. Non si tratta solo di numeri, ma di prevenzione consapevole, su misura e tempestiva.